
Il Dipartimento di Fisica ricorda Enrico Bellotti, scomparso l’11 settembre 2021:
Enrico Bellotti (1940-2021), Puccio per gli amici di antica data, inizia la sua carriera scientifica a metà degli anni Sessanta con ricerche nel campo della fisica delle particelle.
Negli anni Settanta collabora agli studi sulle interazioni di neutrini con la camera a bolle Gargamelle al CERN, che portano alla scoperta delle correnti deboli neutre (1973), prima evidenza sperimentale dell’attuale Modello Standard, e alle prime osservazioni della produzione di particelle con “open charm”. Per la scoperta delle Correnti deboli neutre riceverà personalmente dall’EPS, come gli altri componenti della collaborazione, il diploma HEP2009. Negli anni Settanta si rivolge anche a ricerche di violazione di parità in interazioni nucleari.
Nella prima metà degli anni Ottanta conduce ricerche con apparati collocati nella galleria del Monte Bianco: ricerca del decadimento doppio beta del 76-Ge e misure con l’apparato NUSEX, sviluppato primariamente per la ricerca del decadimento del protone; va ricordata in questo ambito la sua spinta verso lo studio dei neutrini atmosferici, che alla fine del decennio successivo porterà una diversa collaborazione con l’impiego di un apparato molto più grande e performante alla scoperta delle oscillazioni dei neutrini.
Dalla seconda metà degli anni Ottanta viene assorbito dalla realizzazione e dall’avvio dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) di cui viene nominato direttore, il primo, dal 1987 al 1992. Ai LNGS promuove in particolare gli apparati per lo studio dei neutrini solari: GALLEX-GNO, alle cui ricerche, che sin dai primi anni ‘90 hanno evidenziato un deficit di neutrini dalla fusione di idrogeno nel Sole, parteciperà personalmente fino al termine della seconda fase (GNO), e Borexino, che ancora recentemente ha prodotto risultati di eccezionale valore scientifico. Grazie al suo stimolo e alla sua iniziativa viene anche realizzato il primo acceleratore in ambiente sotterraneo per la misura delle reazioni rilevanti per l’astrofisica solare: LUNA.
Nel 1992, terminato l’incarico di Direttore, diviene Presidente del Consorzio di Ricerca del Gran Sasso tra INFN e Regione Abruzzo, Università dell’Aquila, CNR, ENEA e Telespazio SpA e definisce con lungimiranza due filoni principali di ricerca: il calcolo avanzato e il monitoraggio ambientale.
Negli ultimi anni resta legato ai LNGS con la partecipazione all’esperimento GERDA, che ha prodotto risultati all’avanguardia mondiale sulla ricerca del doppio decadimento beta senza emissione di neutrini, e conducendo test di fisica fondamentale con lo studio della possibile di dipendenza dal tempo di costanti di decadimento nucleari.
Enrico Bellotti è stato professore di prima fascia dal 1987, prima all’Università degli Studi di Milano poi a Milano-Bicocca.
A Milano-Bicocca è stato tra i fondatori del Dipartimento di Fisica e componente del Consiglio di Amministrazione. Fin dall’avvio del nuovo Corso di laurea ha rivolto grande attenzione ai laboratori didattici, per l’elevato valore concettuale e formativo che ha sempre attribuito alla capacità di sperimentare e ottenere risultati.
Ricordiamo Puccio come una persona che con modestia e attenzione riusciva a individuare aspetti positivi in ogni situazione per poi costruire quanto di buono si potesse con i mezzi a disposizione come quando, nei sofisticati laboratori del CERN, recuperò all’uso di un test indispensabile una catasta di ferro arrugginito.