“Pignoletto” è uno dei 33 progetti finanziati attraverso la 'Call Hub Ricerca e Innovazione', promossa da Regione Lombardia e coniuga diverse competenze presenti sul territorio - sia di ricerca che industriali - applicate al tema della sostenibilità.
PIGNOLETTO effettua rilevazioni attraverso l’impiego di sensori di vario tipo quali: rivelatori portatili di raggi gamma (HpGe, Scintillatori) e di neutroni, Iperspettrali ottici, Multispettrali termici IR, NIR, Geoelettrico, Elettromagnetico (TopSoilMap). Ognuno di questi sensori cerca di determinare una o più caratteristiche del suolo in maniera indiretta, evitando l’utlizzo delle misure chimiche di laboratorio, dispendiose e molto spesso poco rappresentative a causa di campionamenti limitati.
Al progetto, coordinato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, collaborano due enti di ricerca e sei aziende supportati anche da diversi dipartimenti dell’Università di Milano Bicocca, per l’attivazione di una piattaforma che permetterà di innescare un processo virtuoso di accrescimento tecnologico per il tessuto imprenditoriale, con risvolti positivi su sviluppo economico e sostenibilità territoriale. L’obiettivo è quello di ridurre costi e impatto ambientale delle coltivazioni agricole, attraverso la conoscenza dettagliata delle caratteristiche del suolo per l’agricoltura di precisione.
In questi giorni il giardino dell’edificio U2 “Quantum” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, sede del Dipartimento di Fisica “G. Occhialini” e della sezione di Milano Bicocca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sta ospitando una parte delle rilevazioni di “Pignoletto”. Nel giardino dell’U2 è in funzione, infatti, una piccola stazione meteo portatile collegata ad un rivelatore di neutroni ad alta efficienza sviluppato dal gruppo del prof. Caresana del Politecnico di Milano con cui è attiva una collaborazione. Questo rivelatore è suddiviso in segmenti, ognuno dei quali misura la quantità di neutroni di una certa energia, dai neutroni lenti cosiddetti termici, fino a quelli veloci provenienti dai raggi cosmici.
L’idea è quella di correlare la variazione del contenuto di acqua presente nel terreno con la capacità di rallentare (in gergo termalizzare) i neutroni veloci provenienti dal cosmo. Questo tipo di misura è molto utile per la determinazione del contenuto di acqua in vaste aree.
A breve il rivelatore sarà trasferito al Parco Nord e successivamente in campo aperto per misure differenziali su campi ad estensione crescente.